Con la psicoanalisi e la vita di strada "I Soprano" ha conquistato il rap mondiale.
Immaginatevi un secondo un capo della mafia italo americana che, una mattina, nota che delle anatre hanno fatto il nido nel suo giardino.
Invece di scacciarle, quando le trova nuotare nella sua piscina, il boss decide di accudirle e amarle, dando loro da mangiare, fino a quando queste decidono di volare via, lasciando interdetto e amareggiato il capo, che, per il dispiacere, decide di andare dallo psicanalista.
Spoiler?
No, non direi, vi ho illustrato solo i primi 5 minuti del primo episodio de “I Soprano” e eviterò ogni forma di anticipazione in questo articolo, anche se, alla fin fine, se ad oggi non avete ancora visto “I Soprano”, forse un po’ di spoiler ve lo meritereste.
Dopotutto stiamo parlando di una delle serie cult, pluripremiata con Golden Globe, Emmy Awards, Peabody Awards e molti altri riconoscimenti.
L’hip hop vive di citazioni, di influenze diverse e contrastanti, ma soprattutto il rap vive di cinema e di storie di strada, sapientemente raccontate con visioni che definiscano appieno la profondità.
“I Sopranos” hanno una caratteristica fondamentale: racchiudono numerosi volti che per il mondo dell’hip hop sono sempre stati estremamente attraenti.
Dal “Bada bing!”, locale di strip club citato da Noyz in “Bad People”, agli attacchi di panico citati da Marracash in “Tutto questo niente”, è chiara l’ampiezza di argomenti trattati dalla serie, che analizza estremamente bene una progressiva discesa negli Inferi del protagonista e un continuo approfondimento della sua psiche, che, come quella di tutti gli esseri umani, comprende numerose contraddizioni.
Il rap ama “I Soprano”, perché è una serie crudele, senza troppi romanticismi o filtri: non c’è spazio per il classico anti-eroe, che è pienamente coerente nella propria malvagità, ma anzi ogni personaggio è profondamente umano, soggetto a vizi e difficoltà che, in certi momenti, lasciano trasparire in controluce reazioni non troppo distanti da ciò che tutti noi potremmo vivere.
Tutte queste vicende sono affrontate e analizzate sotto la lente della psicoanalisi, che rimane la costante principale all’interno della serie.
Ogni azione od omissione, malvagia e buona, lascia un solco indelebile nel subconscio del protagonista, che comincia a sviluppare una forma di catarsi grazie al confronto con la sua psicoanalista, persona estranea ai fatti, che assume così il ruolo dell’osservatore esterno rispetto a qualsiasi dinamica affrontata.
Non serve citare “Psycho-Drama” di Dave per capire quanto la psicoanalisi sia sempre stata centrale all’interno del racconto hip hop.
Tony Soprano racchiude esattamente i topoi del personaggio represso, che, successivamente a una serie di attacchi di panico, riscopre un mondo di emozioni e sensazioni per troppo tempo nascoste e soppresse.
A partire dal difficile rapporto con i parenti e dall’incapacità di trasmettere con serenità i propri sentimenti verso i propri affetti, il boss viene destrutturato e viene contemporaneamente demolita l’immagine popolare del malvivente senza sentimenti.
Questa rivoluzione di Copernico della prospettiva di Soprano è ciò che lo rende tridimensionale, trascendendo tutto ciò che potremmo definire “fiction”, fino a calare il tutto nella realtà.
Ma quali sono le componenti che rendono il mondo dei Sopranos perfetto per l’hip hop?
Beh, per capirlo possiamo partire dal locale di strip club nominato da Noyz in “Bad People”.
Il microcosmo del “Bada Bing!” racchiude alcuni leitmotiv del rap mondiale, mostrando quanto i protagonisti assumano il ruolo di pimp all’interno dello strip club e, come spesso accade, i veri affari sono quelli che si negoziano nel retrobottega, in cui l’intera famiglia si riunisce per coordinare il business del narcotraffico e dei giochi dei potere.
Tra la prostituzione, la perdizione e gli scatti d’ira, questo locale diviene teatro di tradimenti e profondi colpi di scena.
Non serve nominare l'immensa ispirazione che questi locali hanno donato a rappers del calibro di Future e 50 Cent per capire quanto questo mondo abbia influenzato il mondo del rap.
Guarda qui la prima presentazione del "Bada Bing!":
Dopo aver definito il contesto in cui si opera, possiamo cominciare a descrivere perché i personaggi siano a tal punto ben caratterizzati da essere assolutamente d’ispirazione per il rap.
Per farlo, dobbiamo assolutamente partire da Tony Soprano.
L’evoluzione di Soprano nella serie è a dir poco incredibile e consiste in una sorta di riscoperta di se stesso, mettendo in dubbio tutto ciò che fino a quel momento ha fatto.
Il primo dei fardelli che il protagonista deve sobbarcarsi è quello di essere un boss: il capo non deve avere scrupoli, non deve avere coscienza, deve solo trovare il modo di mantenere e ampliare il proprio potere.
Questa forma di sopravvivenza è possibile, ma cosa succede quando si comincia a avvertire il senso di colpa? E qual è il prezzo da pagare, a livello di amici e famiglia, per poter continuare a vivere in questo modo?
Nel suo progressivo prendere coscienza di sé il protagonista assume sempre più coscienza del fatto che forse, alla fine, il risultato non è valso il sacrificio.
È alla fine di quest’acquisizione di consapevolezza che vediamo il Tony cantato da Marracash in “Tutto Questo Niente”.
Per tradurre il racconto nella vita di tutti noi, Tony Soprano ha cercato per anni di acquisire un potere sempre maggiore, ignorando i propri figli, propria moglie e qualsiasi forma di affetto disinteressato, mettendo sempre al primo posto la famiglia, intesa nel senso malavitoso del termine.
Nel procedere nella serie, anche a causa di una tragedia sfiorata, Soprano si rende conto di quanto la sua figura sia mancata e abbia corrotto i propri cari, rendendoli incapaci di rapportarsi con il mondo intero.
Questa ulteriore coscienza rappresenta un’altra esternazione del senso di colpa che caratterizza Tony, che nel rendersi conto di tutte queste crepe nel proprio essere man mano sprofonda nella propria oscurità.
Guarda qui il primo difficile incontro di Tony Soprano con la sua psicologa:
Un altro aspetto fondamentale di questa serie che è divenuta di importanza fondamentale nell’hip hop è l’analisi delle dinamiche che si innestano all’interno della “famiglia”: non c’è nulla al di sopra della protezione del proprio sangue.
Non c’è donna, non c’è amico o business che possa valere più del rispetto.
Durante la serie ci son numerosi episodi in cui i personaggi son messi di fronte a scelte che sono sempre risolte con l’eliminazione di qualsiasi ostacolo che impedisca la piena tutela della famiglia.
Questa forma di fedeltà, mista alla freddezza con cui si rinuncia a ciò che si ama, rappresenta un parallelismo all’attaccamento che notoriamente viene attribuito al rap verso la strada.
Guarda qui il difficile rapporto di Tony Soprano con la sua famiglia:
"I Soprano" ha dato origine a una piccola rivoluzione al disegno di una criminalità organizzata fin troppo stereotipata e piatta.
Rendere umani personaggi di questo calibro, a volte, viene criticato, come se dare sentimenti e pensiero a assassini e fuorilegge fosse assolutamente fuorviante e diseducativo.
La realtà è che questa serie si muove nella stessa realtà in cui ci muoviamo tutti i giorni.
E la nostra realtà non è mai né nera, né bianca, ma perennemente composta da mille sfumature di grigio, nate dalle diverse combinazioni di yin e yang, di male e bene, di una sensazione e del suo esatto opposto.
"I Soprano" si muove in tutta la scala dei grigi, crollando a volte nel nero e elevandosi a volte fino al bianco, ma senza mai riuscire a purificare appieno la propria anima: cosa c'è di meglio di questo per un genere che ha fatto del riscatto e della volontà di rivalsa il proprio leitmotiv?