Interviste

Nessun Mondo Marcio è nato da un mare calmo

I tempi della ''minaccia'' del ritiro sono lontani.

Articolo di
Ilaria De Battista
on
10
-
06
-
2020

“Giorni in cui sei forzato a guardarti dentro e guardandomi dentro ho trovato l’amore che ho per questa musica. L’amore per la scrittura, per scrivere la barra più giusta, per cercare il sample più figo.” In questo modo Mondo Marcio ha descritto il momento che stiamo vivendo, un momento in cui ha capito quanto sia importante avere una passione, qualcosa in cui credere, un momento in cui ha definito la musica “un’ancora che ti tiene vicino a terra e non ti fa andare alla deriva”. Insomma: un momento nel quale è fondamentale avere qualcosa che rimane, quando tutto cade. Il frutto di questo periodo di profonda introspezione e lavoro su se stesso è stato “Adderall pack”. Un progetto che al suo interno presenta “Adderall”, narrazione di una storia d’amore di passione\ossessione e “Idolo”, pezzo nel quale ribadisce il suo ruolo nella scena ed esprime il suo pensiero su di essa. Durante l’intervista non abbiamo parlato solo del lato più puramente tecnico e progettuale del nuovo lavoro, ma insieme abbiamo ripercorso le sensazioni e gli stati d’animo che lo hanno accompagnato nella sua realizzazione.

Ascolta: "Adderall" di Mondo Marcio

“Qualche giorno fa hai “regalato” al nostro giornale una pagina del tuo diario, intitolata “Danni”, con la quale hai reso pubbliche alcune riflessioni e nuove consapevolezze che hai maturato in questo periodo di reclusione forzata: hai voglia di parlarmene?” gli chiedo per iniziare. “E’ stato un periodo di analisi interiore in cui tutto si è fermato. Il mondo veloce in cui vivevo, fatto di tanti appuntamenti, idee e progetti si è “congelato”. Di conseguenza, quando tutto ciò che sta fuori ti viene a mancare, cerchi la risposta dentro di te. Quando non hai niente a cui aggrapparti, ti aggrappi a te stesso.” E mi rivela: “sono andato a rivedere le cose che mi facevano stare bene: la passione per la scrittura e per la lettura, quella per lo storytelling e in questo ho trovato la chiave. La dote più grande che si può imparare è quella di trasformare il negativo in positivo. Una volta che ho accettato questa situazione, ho cercato di trovare i suoi lati positivi: più tempo per scrivere le mie canzoni, meno confusione e anche il rivalutare le persone che si hanno intorno. Mi sono accorto di quante cose inutili e superflue tenevo nella mia vita.”

Credo che la musica di Mondo Marcio, in particolare, sia stata davvero di aiuto per molte persone. Molti hanno fatto di “Tieni duro!” quasi un manifesto di forza e molti hanno ripetuto il suo ritornello: “tieni duro perché dovrai lottare, perché il mondo non sa che tu ci sei” nelle difficoltà. Una generazione, quella X, ha trovato speranza nelle sue parole. Questo artista diceva che anche con la faccia a terra e le ali spezzate, rotte e strappate, anche quando ripetevamo “Non so volare”, noi potevamo farcela. Credo anche che la musica non abbia aiutato solo noi, ma soprattutto sia stata salvifica per Mondo Marcio stesso. “Quando sei giovane, parli una lingua tutta tua, fai fatica a farti capire, hai bisogno di qualcuno che ti ascolti, ma non c’è nessuno che lo fa. Il modo migliore che ho trovato per sfogare ciò che ho vissuto e che mi ha fatto crollare la terra sotto ai piedi, come il divorzio dei miei e altre vicende famigliari è stata la musica. E’ stata una terapia.” E, anche durante questa situazione, la musica è venuta nuovamente in soccorso a Mondo Marcio. “Non ho parlato espressamente della pandemia da un lato, perché l’hanno fatto un po’ tutti, dall’altro perché credo sia più interessante parlare di ciò che accade dentro di te piuttosto di quello che accade fuori, del personale piuttosto che del generico. La musica mi ha aiutato a guardare negli occhi il “mostro”, quello che ci spaventa, che ci dà insicurezza”.

Girata questa pagina più personale del diario di Gianmarco, gli domando il motivo che sta dietro alla scelta di intitolare il nuovo progetto con il nome della droga per curare il disturbo da deficit dell’attenzione. “L’adderall aumenta la capacità di concentrazione e di focus, ti rende molto più adrenalinico”, così comincia. “Questo è quello che fa l’amore. I sapori aumentano, ti godi tutto di più perché lo condividi con la persona che ami, i colori sono più vivi e le canzoni più belle: è tutto più forte. Però, in alcune storie passate, è capitato che le cose si evolvessero in maniera poco sana, addirittura tossica. Accade che qualcosa nato per sesso, diventi possesso. Scattano quelle energie come la gelosia e la territorialità che sono capitate a me in passato e credo a molte altre persone.”

“Questo brano è il frutto di un periodo da te definito come “un andare sulle montagne russe”: in che modo il pezzo è stato una sorta di liberazione?”gli domando. “Questo periodo è stato molto forte per alcune vicissitudini personali. Anche il fatto di aver cambiato casa dopo tredici anni ha avuto un impatto più forte di quanto immaginassi. Il brano è stato scritto prima della pandemia e completato nel periodo di lockdown e il fatto di farlo uscire è stata una liberazione sia perché ritorno a pubblicare musica e, ogni volta che lo faccio, per me è un grande sfogo, sia perché questo pezzo era nel cassetto da quasi un anno e quindi finalmente gli posso dare la luce, un po’ come me che posso iniziare a vederla potendo uscire.”

La stessa verità con cui racconta i drammi del passato e la sensibilità con cui narra la sua vita caratterizzano anche le storie d’amore presenti in ogni album ed è questa capacità di cogliere l’amore sempre da una nuova prospettiva che ha spinto un’icona come Mina a lavorare insieme, fondendo i loro “angeli e demoni” per creare un album, dunque gli chiedo: “qual è la particolare sfumatura dell’amore raccontato in “Adderall”? “E’ un amore più maturo, dieci anni fa lo vivevo in una maniera diversa. Se prima pensavo più a divertirmi, ora penso a qualcuno che possa essere una compagna di avventura, che possa capirmi, che possa accompagnarmi nel viaggio, una complice di vita. E’ un amore più consapevole.”

Ascolta: "Angeli e demoni" di Mondo Marcio feat Mina

Inoltre, il brano vede la produzione di Shroom, producer da multi platino che ha lavorato con artisti del calibro di Eminem, J Cole, Busta Rhymes, Pusha T, gli domando quindi come è nata la collaborazione. “Abbiamo amici in comune e SWEDE of 808 MAFIA, producer svedese che vive a Miami e che ha prodotto “Nuova scuola” ci ha messo in contatto. Entrambi eravamo a New York, ci siamo incontrati in un ristorante sushi e abbiamo parlato molto. Successivamente ci siamo trovati in studio ad Amsterdam e la produzione di “Adderall” mi è subito saltata all’orecchio: aveva un’atmosfera cool, ma allo stesso tempo potevi raccontare cose di un certo tipo. Mi piace tantissimo come produce lui, abbiamo gli stessi riferimenti.”

Una sua riflessione mi ha colpita per la sua delicatezza e allo stesso tempo forza e ha queste parole come contenuto: “la realtà è piena di crepe solo perché è così che la luce può entrare di nuovo. L’unico modo per farla entrare è prima di tutto riconoscere che quelle fratture dentro di noi esistono e non cercare di chiuderle, piuttosto allargarle fino a fare entrare tutta la luce di cui abbiamo davvero bisogno". Vorrei sapere se, dopo una carriera così lunga, ha ancora fragilità nel mondo della musica e come le affronta, dunque glielo domando. “Nel mondo del rap, spesso, mettersi in discussione non è la strada più consigliata. Ci si apre, a volte, perché va di moda. Quando parlo di far entrare la luce è qualcosa di molto personale, significa mettersi in gioco e ammettere i propri errori. Una cosa che ho imparato con il tempo è accettare i propri limiti e saperli trasformare in pregi. Per me fallisce solo chi non si mette in discussione e, chi pensa di aver sempre ragione, non crescerà mai.”

Ascolta: "Segui la stella" di Mondo Marcio

Da come parla mi sembra di poter ritenere che i tempi in cui diceva che non avrebbe più fatto uscire album siano da ritenere lontani, ma comunque glielo domando e gli chiedo anche cosa Mondo Marcio possa ancora dare dopo tutti questi anni di carriera. “Con “Uomo!” avevo detto di aver concluso con gli album della mia prima vita e così è stato perché se ascolti il sound di “Adderall pack” è molto diverso dal precedente. E’ molto più attuale, internazionale, ha più influenze. Le mie canzoni sono un’emanazione di me stesso, mi piace viaggiare e sono molto curioso: fino a quando avrò qualcosa da dire continuerò a fare musica. Ho scritto molte canzoni e non vedo l’ora di farvele sentire.”

In “Adderall” Mondo Marcio canta: “un mare calmo non ha mai fatto un marinaio esperto” e lui ha sempre saputo superare gli scogli e affrontare le tempeste. E nella sua navigazione non ha mai dimenticato di indicarci la nostra stella perché come dice lui: “ognuno ha una canzone e un po’ di hip-hop nel cuore”.

Ascolta ora: "Adderall pack"

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Autore:
Ilaria De Battista

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