Per molti è stata la sorpresa di questo fine 2020.
Nayt è tornato. E lo ha fatto con un disco denso dal punto di vista dei contenuti e variegato sul piano musicale, in cui ha messo sul piatto tutte le sue skills, creando così un lavoro solido che ha convinto tutti, anche chi non era mai riuscito ad apprezzarlo a pieno.
Ho avuto il piacere di porgli alcune domande per farmi raccontare la genesi di "MOOD", il suo ultimo disco composto da 13 tracce e uscito il 4 Dicembre per Sony Music.. Abbiamo avuto l'occasione per parlare del suo rapporto conflittuale con Milano, del sound del disco, della scelta di avere come unico featuring Mezzosangue e di tanto altro.
La prima cosa che volevo chiedergli è riguardo il suono del disco, un aspetto che mi ha colpito molto. Sono presenti molte parti strumentali, l'utilizzo di fiati, soluzioni ritmiche poco usuali per la scena rap odierna italiana: ero curioso di sapere quali fossero i suoi ascolti fuori dal rap che hanno influenzato questo disco. "Ascolto musica di ogni genere e in maniera strana", mi dice. Poi puntualizza: "sinceramente mi chiudo più con delle canzoni specifiche che con degli artisti in generale e prendo ispirazione dalle opere che mi colpiscono emotivamente. Alcuni nomi che posso farti sono Joji, Bon Iver, Radiohead, ma anche tantissimi altri.
Ho notato che sono una delle pochi binomi - rapper e beatmaker - in cui il produttore ha la possibilità di esprimersi molto: si vede dalle parti in cui beat viene "lasciato sfogare", diventando protagonista della traccia. Mi interessava sapere come viene organizzato il lavoro dal punto di vista del sound con 3D, e fino a dove arriva il suo intervento su questo aspetto.
"Io e 3D siamo complementari. Devo dire che io inizio ad avere una direzione sempre più chiara di come voglio che si sviluppi un pezzo o il disco a cui lavoriamo, la struttura è fondamentale. Ma la nostra forza è nel non porci paletti, noi andiamo in studio e seguiamo il nostro gusto, cercando di farlo coordinare con l’intenzione e l’atmosfera che il pezzo deve avere. Non è sempre facile".
Leggendo i social ho visto molti ricredersi su "Mood" e il feedback generale mi sembra estremamente positivo: gli chiedo a questo punto se queste critiche che gli hanno fatto in passato, questo averlo definito "morto", come lui stesso ha citato, sono state un po' una sorta di benzina per rendere al meglio in questo lavoro. Mi spiega che ha sempre dato il meglio anche quando le persone non credevano in quello che facevo. "Il fatto che in così tanti si siano ricreduti con un progetto senza mille feat o spinte da parte di altri nomi grossi conferma innegabilmente che il nostro successo è dato dalla qualità del nostro lavoro, e nient’altro. Sono contento, non l’ho mai dato per scontato".
Un altro aspetto che mi ha colpito di "Mood" è il fatto che, a differenza della stragrande maggioranza dei dischi non ci sono i soliti rapper tra i featuring: la collaborazione è solo una e con una artista che non ricorre tra i soliti nomi, parlo di Mezzosangue. Per questo gli chiedo come mai questa scelta. Mi risponde che lui e Mezzosangue sono di diventati ottimi amici per poi aggiungere: "coinvolgere un artista di grandissimo spessore come lui, che non trovi facilmente in altri dischi, è stato un plus. Lui non lo sa ma mi ha ispirato tanto per certe strofe di “MOOD”. Il fatto che fosse di Roma poi è stata la ciliegina sulla torta.
In "Tuttoappó" Nayt parla della differenza tra Roma e Milano in termini non proprio positivi. Gli chiedo quindi se vive questo conflitto (o, se vogliamo chiamarlo malessere) di dover vivere a Milano per essere più incisivo dal punto di vista produttivo e discografico. L’ho creduto per un bel po’ di tempo, mi risponde. "Per certi versi Milano è oggettivamente più funzionale riguardo la parte promozionale ma anche produttiva della musica, poi però ho anche iniziato a vedere le grosse potenzialità inespresse di Roma e vorrei costruire qualcosa di importante per la mia città. Un sacco di artisti che spaccano sono di Roma alla fine"
Un altro aspetto di Nayt è che è uno che notoriamente non le ha mandate a dire, tuttavia in questo disco ha lasciato più campo all'interpretazione. Gli domando se questo focalizzarsi più su se stesso e sulla musica è stato un modo di "levarsi di dosso" l'accusa di essere uno che ha cercato hype col dissing? "Sicuramente dopo questo disco ho dimostrato tante cose. Prima mi infastidiva essere paragonato ad altri artisti (o in certi casi presunti tali) perché il pubblico ci butta tutti nello stesso calderone e io volevo solo distinguermi e distanziarmi da certi immaginari". Poi conclude "ora sento di aver acquistato un’identità più forte. Detto questo, se qualcosa mi tocca io lo dico, sempre. Che tratti del sociale, di politica o semplicemente del rapgame".
Visto che è stato uno dei lavori più attesi e discussi di dicembre, mi interessava poi sapere quale, tra i tanti che ha ricevuto, il feedback che più ha apprezzato riguardo "Mood". In più di qualcuno mi ha scritto che ama sentire l’album per intero, perché sentono che ogni pezzo si lega all’altro e tutto acquista più significato, mi dice. E poi aggiunge: "Io sento una cosa simile, quello che si apprezza delle mie canzoni è l’insieme, non la punchline che ti colpisce e basta, ma il mood che comunica ogni singolo nella sua completezza e poi di conseguenza il disco quando lo ascolti interamente. Non è una raccolta di pezzi ma un vero concept album, un viaggio dall’inizio alla fine".
Ora mi interessava chiederli come conclusione di questa intervista a proposito di "Raptus volume 3", il suo precedente lavoro. Gli domando se questo disco non fosse arrivato come avrebbe dovuto e che spiegazione si è dato. Mi risponde dicendomi che fa davvero tanta musica diversa e che non è facile categorizzarla. Poi conclude dicendomi "mi rendo conto che prima era molto meno chiaro chi io fossi e che immaginario portassi. Ancora oggi devo definirmi come uomo e come artista. Voglio fare grandi cose. Ognuno ha i suoi tempi per “sbocciare”, io mi godo il mio.
Ringraziamo Nayt per la disponibilità e gli auguriamo le migliori fortune per le il suo disco.