Alla scoperta del disco d'esordio del rapper campano. L'intervista.
“Quante volte avrei voluto spiegare tutto per bene, ma non ho mai avuto tempo e modo. Quante volte avrei voluto raccontare chi è davvero Nicola senza maschere e giri di parole”. Con l’album “Napoli 51: Primo Contatto” Nicola Siciliano ha finalmente messo da parte i dubbi ed è riuscito a esprimere la sua vera storia e a rivelare la sua essenza più intima.
Se volessimo conoscere e capire chi è questo giovanissimo artista, lascerei parlare il suo primo vero e proprio disco perché, solo ascoltandolo, si riuscirebbe ad afferrare realmente il suo immaginario, la sua sensibilità, la sua Napoli, la sua infanzia. Insomma, tutto ciò che è SUO e che lo rende ben riconoscibile all’interno del panorama musicale, ma che allo stesso tempo fa sì che molti giovani possano rispecchiarsi nei suoi testi perché, come dice lui: “volevo essere il sogno di ogni ragazzo che come me viene dal niente, dalla periferia dove dicono che i ragazzi qui non hanno futuro.”
Dunque, abbiamo parlato del disco, un progetto di particolare importanza per lui e che proprio per questo ha deciso di far uscire il 14 Agosto, giorno del suo diciottesimo compleanno. Un regalo per coloro che lo seguono, ma soprattutto un regalo per sé stesso, coronamento di tanti sacrifici, passione e dedizione.
“Nonostante tu sia giovanissimo, negli anni precedenti hai rilasciato diversi singoli: perché hai ritenuto che questo fosse il momento giusto per il tuo primo disco?” gli domando per iniziare. “Abbiamo scelto di farlo uscire in estate perché i pezzi si sposano bene con questo periodo: sono pezzi molto freschi. Le persone sono al mare e l’album è perfetto da ascoltare quando si divertiranno in spiaggia con gli amici: questa è la situazione. Inoltre il 14 Agosto è il mio compleanno e mi sono voluto regalare questo primo vero e proprio album.”
Nicola Siciliano è sicuramente uno degli artisti partenopei più interessanti e promettenti della scena. Molti veterani hanno voluto collaborare con lui, riconoscendone il talento e apprezzando anche il suo modo di raccontare Napoli. “Nella prima parte dell’album ho portato la Napoli che insegue non solo la musica, ma tutta l’arte in generale, creativa e costruttiva. Come faccio in ogni brano, ho voluto mandare un messaggio di speranza per tutti i ragazzi dei quartieri. Io vengo dalla periferia nella quale molti giovani si sono persi per strada: ho “preso” la loro vita e l’ho trasformata in un album, lanciando messaggi positivi. Ho parlato di una Napoli che pochi mostrano; a volte viene oscurata quella parte di “bene” e sembra che questa città sia solo malavita. Per me Napoli è Arte e ho voluto mostrarlo nel mio album”, mi rivela.
Sempre riguardo a Napoli e agli artisti che fanno parte di questa realtà e nel suo album dice: “io e Geolier siamo usciti tre anni con “P Secondigliano” ed è stata la svolta di tutto. Veniamo dallo stesso quartiere, è un mio amico e abbiamo avuto, fin da subito, un rapporto diretto. Ognuno poi si è creato un proprio futuro e percorso, io mi sono ritrovato con Rocco Hunt, Enzo Dong e altri volti della scena italiana. É stato un piacere e una grande vittoria per me avere nell’album featuring con artisti che ho sempre ascoltato.” E aggiunge: “ogni artista napoletano ha un suo stile e non saprei dirti quale sia la mia unicità rispetto agli altri proprio perché sono molto vago e ho tante prospettive su ogni argomento. La mia unicità potrebbe essere proprio questa: essere molto aperto su ogni argomento e su ogni cosa giusta.”
Ascolta "P Secondigliano" feat. Geolier
In “Trip” Nicola canta: “l’ultimo banco scrivevo poesie, a stento siento ‘e prufessure, mo’ scrivo ‘na strofa che tocca ‘e miliune, dimme comm’è professò” e ciò che emerge dalla sua musica è una fortissima passione e un sincero amore per ciò che fa nato fin da subito, quasi un istinto naturale che ha dovuto e voluto incanalare nel rap. Dunque, gli ho domandato che cosa lo avesse fatto avvicinare a questo genere e se voleva raccontarmi un ricordo legato al suo avvicinamento alla musica. “Fin da quando ero bambino ho ascoltato rap grazie alla mia famiglia, è qualcosa di ereditario. Mi piaceva il fatto che con il rap potessi esprimere i miei pensieri, parole, situazioni come se stessi parlando o con qualcuno o con me stesso. In ogni canzone è come se mi sdoppiassi e mettessi a parlare con me stesso in seconda persona. Il poter esprimere tutto me stesso è ciò che mi ha, da sempre, affascinato.” E sul ricordo aggiunge: “Il riuscire a diventare il sogno per tanti ragazzi che mi ascoltano, il far capire che tutti, se hanno un sogno, possono farcela con passione, distinzione, con il restare sempre con i piedi per terra e umili. Questo è il ricordo più bello che voglio lasciare e che allo stesso tempo ho fin da piccolo.”
Ascolta "Trip" feat. Nayt
Una delle cose più belle e che danno più soddisfazione è sicuramente riuscire a collaborare con un artista che è stato un punto di rifermento per te e che hai ascoltato fin da piccolo. Questo sogno e obiettivo Nicola è riuscito a realizzarlo. Per lui, come per tanti napoletani e non solo, i Co’ Sang sono stati una vera e propria istituzione. E proprio con Ntò ha realizzato il brano “Famoso”. “Ogni ragazzo di Napoli porta dentro di sé una parte dei Co’ Sang. Li ho ascoltati fin da bambino, me li faceva ascoltare mio padre. Mi hanno segnato non solo a livello di scrittura, ma mi rivedo anche nella loro rabbia e nella voglia di esternare tutto il proprio essere. Collaborare con Ntò è stato un grandissimo passo avanti, perché è stato fondamentale per la mia scrittura.”
Ascolta "Famoso" feat. Ntò
“Una frase che mi ha colpita del vostro pezzo è “mo siamo famosi, si tatuano frasi nostre d’amore, anche se noi non vediamo amore”: come stai vivendo l’arrivo di tutto questo successo?” “Lo sto vivendo benissimo fortunatamente, ogni cosa giustamente ha pregi e difetti, ma cerco sempre di vivermi i pregi e di rendere i difetti una forza”.
“Il singolo che ha preceduto l’uscita dell’album è “Sole”: che messaggio hai voluto comunicare?” “L’ispirazione per l’album è arrivata proprio da questo pezzo e ha segnato un mio cambiamento nel lavoro artistico, a livello di melodie e di approccio a nuovi argomenti”, esordisce. “Inoltre, è anche un messaggio di grande speranza. Nella strofa dico “quand m chiurev nda na stanz a sopravvivr” ed è riferito a quando mi rinchiudevo nella mia camera a scrivere per trovare un futuro come quello che sto vivendo ora, un futuro nel quale i ragazzi si possano ritrovare. Volevo far capire a tutti quelli che mi ascoltano che la Musica e, in generale, tutta l’Arte che ci circonda, può salvarti. Il titolo “Sole” poi rimanda al fatto che Napoli è una città solare e con gente solare, proprio come il mio essere.”
Ascolta "Sole"
Nicola, come mi ha detto durante l’intervista, vede tra i suoi punti di forza quello di essere aperto a svariate tematiche e pronto a lasciarsi ispirare dalle situazioni. E questa apertura e voglia di non porsi limiti è visibile nell’alternanza di un Nicola più “romantico” e sensibile che scrive brani come “Io e te” e un Nicola più schietto e diretto, come si vede in “Garfield” o in “Gonfie vele”. Gli ho, quindi, domandato quali sono le sue ispirazioni per realizzare pezzi così variegati e se ce ne è uno a cui è particolarmente affezionato. “L’ispirazione dipende dal mio umore e dalla situazione che vivo. Quando scrivo un pezzo d’amore è perché sono in un mood sentimentale, ma il giorno dopo posso scriverne uno anche molto duro. Dipende tutto dal mio umore, dal momento e dall’ispirazione. Anche una sciocchezza di pochi minuti per me può essere fondamentale perché poi la sviluppo in modo metaforico in una canzone.”
“Nel disco ti vediamo anche nelle vesti di producer: com’è nata questa tua passione e come avviene il processo creativo quando sei tu a curare sia testo che base?” “Il lato della produzione è nato perché suono vari strumenti, batteria, pianoforte, chitarra e quindi ho iniziato a fare dei beat. Mi sono detto: “posso farlo, me la cavo, perché non diventare produttore di me stesso?” e ho deciso di esternare anche questo lato. Per quanto riguarda, invece, la mia traccia preferita lo sono tutte. Dalla prima all’ultima abbiamo lavorato con sudore tutti i giorni, senza fermarci. Forse potrebbe esserlo proprio “Sole”, per le sensazioni che si legano a me e per ciò che trasmette”.
“Per salutarci, ti chiedo come immagini il tuo futuro e qual è il sogno più grande che hai”. “Non immagino mai il mio futuro perché mi piace vivere il presente. Non sono dalla parte del futuro, ma da quella di lavorare per il futuro”. E conclude: “un grande sogno che voglio realizzare è quello di chiudere alcuni pezzi in America. Seguo molto la moda e lo stile americano: mi piacerebbe chiudere tracce o con un americano o comunque in America, proprio perché hanno una vista molto ampia.”
Ascolta "Napoli 51: Primo Contatto" di Nicola Siciliano