Dopo anni di complotti, accuse, sospetti e teorie della cospirazione l'assassino di TuPac ha un nome: si chiama Orlando Anderson.
Quella di TuPac è una storia di violenza, mistero, rivalsa e talento. È la storia scombussolata e giocata sul filo del rasoio di quello che è comunemente riconosciuto con un preciso status: quello di icona. 25 anni di permanenza sul pianeta Terra ma, ancora oggi, a distanza da quel maledetto 13 Settembre 1996, la sua figura e la sua storia è sulla bocca di tutti e genera accesi dibattiti.
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La giornata di oggi di ESSE Magazine sarà interamente dedicata a lui. Nel corso del giorno approfondiremo la figura di questa leggenda del rap mondiale, andando a scavare nella sua storia travagliata e nella sua breve e pregevole carriera artistica: le difficoltà nel ghetto, l'inizio col rap, la Death Row, la faida West Coast- East Coast e la vicenda del suo assassinio, che ancora oggi presenta numerosi punti interrogativi sul mandante dell’omicidio. Fino a venerdì, la nostra playlist sarà dedicata interamente alla sua produzione artistica, con una selezione dei suoi brani più importanti.
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Alle 14, infine, pubblicheremo sul nostro canale YouTube un video-racconto sull’uomo che ha premuto il grilletto che ha tolto la vita all’icona losangelina.
É stato un banale regolamento di conti tra gang rivali? Qual è stato il ruolo di Biggie? e quale quello di Puff Daddy?
Come sostenne l'autore del libro "FBI War on TuPac Shakur & Black Leaders" si trattó di un omicidio politico? E se fosse stato Suge Knight?
Su quello che è successo dopo che TuPac partecipò all'incontro di pugilato del suo amico Mike Tyson a Las Vegas le teorie si sprecano e divampano i complotti; alcuni dei quali sostengono, analogamente a quanto successe per Elvis Presley, che Makaveli sia ancora vivo. Insomma, attorno a quei quattro proiettili che hanno trafitto il corpo dell'artista americano si è generato un universo di ipotesi che ha appassionato milioni persone.
Il suo omicidio viene inquadrato nel contesto della radicale contrapposizione tra West Coast e East Coast.
Due sound differenti, due filosofie concorrenti, due modi diversi intendere il rap: per tutti gli anni'90 West Coast e East Cost hanno diviso pubblico e addetti ai lavori, generando un conflitto che è andato ben oltre il rap.
I protagonisti, i due "generali" delle opposte fazioni erano due: TuPac e Notorious B. I. G. Sebbene fossero fino a poco tempo prima amici, Pac e Biggie, a causa di tutta una serie di episodi, entrano in una faida che resta ancora impressa nella memoria collettiva di tutti gli appassionati del Hip Hop. Diviene ovviamente memorabile il loro beef a suon di rime che porta alla nascita di due tracce cult del genere: Hit 'Em Up di Pac e Who Shot Ya di Biggie, dove entrambi si insultano e minacciano esplicitamente di farsi fuori.
Per questo motivo Notorious, assieme al suo socio Puff Daddy — anche lui bersaglio delle minacce e degli insulti di Pac — vengono ritenuti i mandanti della sparatoria ed oggetto di numerose indagini. Nel documentario «Murder Rap» l’ex detective della polizia di Los Angeles, Greg Kading ha dichiarato che Puff Daddy pagò un milione di dollari per far uccidere Tupac.
Proprio lui, Suge Knight, il capo della Death Row, persona vicinissima a Pac. Colui che aveva sborsato niente poco di meno di un milione e mezzo di dollari per pagare la sua cauzione e tirarlo fuori dal carcere fu investito dai sospetti.
Il primo punto non chiaro è che Suge, che guidava la berlina BMW E38 su cui viaggiava Pac durante l'agguato,viene colpito solo marginalmente e non subisce grosse conseguenze. Questo porta molti a pensare che fosse d'accordo con gli assassini e che il motivo risiedesse nel deterioramento del rapporto tra i due, dal momento che Tupac pare volesse lasciare la Death Row per fondare una propria etichetta.
La teoria è di Jhon Potash e l'ha espressa nel libro "FBI War on TuPac Shakur & Black Leaders", edito nel 2008. La tesi di fondo è che si trattó di un piano architettato a sfondo politico volto ad eliminare delle figure scomode del contesto afroamericano, ritenute pericolose sul piano sociale — odio verso la polizia e violenza — e in grado di poter destabilizzare l'opinione pubblica in virtù del loro carisma e del loro seguito. A credere a questa versione la stessa ex compagna di Biggie, Lil Kim, il quale ha dichiarato di ritenere entrambi gli omicidi come frutto di un complotto governativo.
Il 7 settembre 1996 è il giorno dell'incontro tra Mike Tyson e Bruce Seldon. Ad assistere ci sono Suge Knight e lo stesso TuPac, entrambi molto amici della star della boxe USA. Poco dopo l'incontro, nella hall del MGM Grandle telecamere di sicurezza mostrano una maxi rissa: oltre a membri della Death Row, tra le persone coinvolte ci sono TuPac ed un altro uomo: il suo nome è Orlando Anderson.
Nativo di Compton e con un passato nelle carceri americane, Orlando diviene col tempo un membro di spicco della Gang dei "Crips", rivale storica dei "Bloods" legati proprio alla Death Row.
Intanto, dopo tre ore dall'episodio della rissa, TuPac viene affiancato da una macchina e colpito a morte da quattro colpi, uno dei quali gli trapassa un polmone. Tra i responsabili dell'omicidio verrà indagato proprio Orlando Anderson.
Tuttavia, a causa di depistaggi, errori nelle indagini ed episodi di corruzione, passerà diverso tempo prima che venga provato il coinvolgimento di Anderson nella sparatoria. Lui si professerà sempre innocente e dichiarò di essere addirittura un fan di Pac.
Solo nel 2009 arriva la svolta alle indagini. Grazie alle fondamentali rivelazioni dello zio di Orlando - Duane "Keffe D" Davis -, unito all'uscita dl "Murder rap", si riesce ad individuare come esecutore materiale dell'omicidio proprio Orlando Anderson nonché il legame tra l'assassinio di Pac con quello di Biggie avvenuto l'anno seguente.
Purtroppo Orlando non sarà più perseguibile poiché deceduto a Compton nel Maggio del 1998. Ma dopo anni e anni di indagini si era finalmente arrivati alla verità: fu lui il vero assassino di TuPac Shakur.
Ma quali furono i mandanti? Fu un semplice regolamento di conti o una manovra molto più grande tesa ad eliminare uno dei top rapper mondiali che si era fatto troppi nemici?
La verità giudiziaria deve ancora arrivare.
Per molti il caso non è ancora chiuso, nonostante l'evidente responsabilità di Anderson. Come è avvenuto con Elvis Presley, molti non si rassegnano e alimentano le speranze su un Pac ancora tra noi. Ricerca ossessiva di messaggi subliminali nei testi, ipotesi di una morte inscenata ed inspirata da un testo di Niccolò Machiavelli — di cui TuPac fu un appassionato lettore — avvistamenti nei luoghi più disparati: tutto questo ha generato tutta una serie di ricostruzioni fantasiose, teorie cospirazioniste che vedono TuPac ancora vivo.
Prima a Cuba, poi in Malesia ed ora, un documentario dal titolo "2Pac: The Great Escape From UMC" sostiene che Makaveli ha inscenato la sparatoria e si nasconde in New Mexico.
Nonostante i dubbi sulle cause e le dinamiche siano ancora tanti, quello che è certo è che ciò che successe quel 13 Settembre 1996 appassiona ancora milioni di persone e non smette di generare dibattiti e accese discussioni. Le tante ipotesi, le ricostruzioni e le suggestive teorie sulla sua figura hanno contribuito ad innalzare TuPac allo status di icona, al livello di personaggio tra i più influenti e leggendari della storia del Hip Hop mondiale.