Interviste

Come Rosa Chemical sta provando a diventare un'icona

L'artista ci ha spiegato che "Forever" rappresenta un'intera generazione.

Articolo di
Maddalena Ansaloni
on
05
-
06
-
2020

L'esistenza disordinata, anticonformista, libera, tipica di artisti e poeti, viene definita Boheme. Questa parola da titolo a uno dei singoli che hanno anticipato l'uscita di “Forever”, il primo album di Rosa Chemical. Boheme è un leitmotiv che accompagna tutto il disco dove, tra ironia e serietà, il giovane artista classe 98' racconta le battaglie di una generazione.

Gli ho chiesto 3 aggettivi con cui descriverebbe “Forever”. “Contemporaneo e colorato sicuramente” mi risponde Rosa “poi è difficile... perché io lo immagino proprio come un qualcosa che fa gridare alla libertà, non credo esista un aggettivo per descrivere un qualcosa che è più che libero”. Qualche giorno prima lo ha definito su Instagram: un disco “poliedrico”.

Vista la diversità delle tracce gli chiedo se avesse avuto da subito l'idea di fare un album.

“Ho proprio pensato:”voglio fare un disco” afferma Rosa. “Creare qualcosa con un inizio e una fine, una determinata struttura. Il disco infatti è strutturato in modo piramidale: inizia calmo, va a salire con pezzi un po' più da club per poi arrivare ad una discesa più musicale con pezzi EDM, elettronici, fino ad una sottospecie di downvids, che porta giù le vibrazioni prima della fine”.

“Un pezzo del disco che ti sta particolarmente a cuore?” chiedo, “Sicuro il pezzo a cui sono più legato è "Londra". È il pezzo più vecchio che ho inserito nel disco” racconta Rosa “La gente dice di volere il Rosa di prima, ma il Rosa di prima era semplicemente un Rosa con più maschere. "Londra" ha 2 anni, quindi quando parlano del me di prima semplicemente non lo sanno. In questo pezzo c'è una vasta ricerca di sonorità. Mi sembrava una cosa troppo grossa da far uscire quando l'ho scritta, col senno di poi sono felice di aver aspettato il momento giusto”.

Nel disco sono presenti featuring con Dani Faiv, Boro Boro, Wayne Santana, MACE, Thelonious B. Nella già citata “Londra” Rosa è affiancato da Rkomi, gli ho chiesto di raccontarci come è nata questa collaborazione. “È nata da stima e rispetto reciproci, amici in comune ci hanno messo in contatto” spiega Rosa, “ci siamo parlati, io gli ho proposto di fare un qualcosa insieme e lui si è gasato. Così è nata "Londra", il pezzo a cui sono più legato emotivamente”.

Ascolta qui "Londra" con Rkomi:

“Più della metà del disco è prodotta da Bdope. Quando avete cominciato a lavorare insieme?” domando. “In realtà la nostra conoscenza è avvenuta in modo molto particolare” racconta Rosa. “Lui mi ha scritto da fan in direct più volte. Poi mi ha invitato a un megafestone a Pistoia, la sua città. Da lì abbiamo cominciato a conoscerci e a frequentarci. Lui mi faceva sentire delle cose ma non mi piaceva quasi niente” ride con il producer che è lì con lui.

“Al che un giorno gli mando Boheme” continua, “Bdope arriva con casse Midi, un computer, un tastiera in una casa che ha affittato lui stesso e ci mettiamo a produrre. In un'ora ci siamo trovati subito in feeling, cosa difficilissima per me e un produttore visto che sono un pignolo e mi odiano tutti” ridiamo. “Invece con lui è andata bene da subito e abbiamo iniziato a lavorare ad altri pezzi che avevo che poi sono finiti anche loro nel disco. E da lì è nata la nostra amicizia”.  

“Cambiando discorso, all'inizio della traccia “Nuovi Gay” parli di una generazione diversa. Quali sono, secondo te, i grandi cambiamenti che ci sono stati tra la nostra generazione e quella precedente?” chiedo. “Penso che questi grandi cambiamenti siano ancora una minoranza, però diciamo che io ne parlo già come se fossero avvenuti perché qualcosa si muove” sottolinea Rosa.

“Io parlo della mia generazione diversa perché vedo tanti ragazzi come me che si vestono in maniera diversa, lasciano anche più spazio alla loro femminilità. Parliamo proprio di una generazione più libera da questi preconcetti che ci sono imposti. Gente che non si vergogna più della propria omosessualità oppure del feticismo, un qualcosa su cui io ho martellato tanto perché vorrei proprio sdoganare questa cosa”.

“Nel brano "Boheme" parli anche d'amore, pensi che sia un aspetto libero della nostra vita?” domando, “ Il pezzo parla di amore e odio” chiarisce Rosa. “Non per forza verso una donna o un essere vivente, c'è dentro più di una situazione personale in cui mi sono sentito in un certo modo, ma "Boheme" io l'ho dedicata all'arte. L'arte è una donna, più donna secondo me dell'essere umano.  Per il fatto dell'amore secondo me non siamo ancora liberi. Basta vedere ancora tutti i ragazzi vittime di omofobia, di violenza. È libero l'amore della maggior parte, il ragazzo etero, con la ragazza e con certe cose a livello sessuale molto note. Il problema è ancora con se stessi, poi arriva l'amore. Il primo passo è accettarsi. Io cerco, nel mio piccolo, di parlarne come se fossero cose normali, perché per me lo sono. Poi a volte vedo che la gente ha una reazione spropositata”.

Vista quest'ultima frase gli chiedo come vive le critiche mosse in questo senso. “In realtà di critiche ne ricevo meno di quanto possa sembrare” mi risponde Rosa, “anche perché quelli che criticano si limitano a un commento su youtube, ed io non ci sto dietro. La maggior parte dei messaggi privati che ricevo sono positivi. Quando mi insultano, perché non sono critiche costruttive ma veri e propri insulti, lo fanno da un account fake e allora mi rendo conto che non sono io il ridicolo”.

Ascolta qui "Boheme":

“E in passato come vivevi queste situazioni?” chiedo, “se io adesso posso dire determinate cose nei testi senza avere le dita contro puntate è perché sono stato il primo a subire” racconta Rosa” Fino a un anno fa avevo i capelli lunghi, mi vestivo da donna e mi sono sempre preso tutti gli insulti del mondo: frocio, effemminato, anche minacce di morte. Come dice Fabri Fibra: ”Il peso delle parole dipende da chi le dice”. Io nel disco dico molte volte la parola "frocio", perché io posso farlo senza essere etichettato? Mi sono sempre dichiarato dalla parte LGBT, ho sempre difeso determinate battaglie e soprattutto mi sono preso tutti i problemi che devono subire le persone che si mettono in gioco per i propri dritti. Io vorrei sdoganare l'odio nelle parole, se dico “Frocio” nei testi è perché dire “omosessuale” non avrebbe lo stesso impatto. È anche questo a dare valore al disco, queste parole che dette in un certo modo avrebbero un significato ma dette così ne hanno un altro”.  

Uno dei brani a colpire di più ne disco è il finale, “Paradiso”, ho chiesto a Rosa di parlarmi del significato. “Paradiso" è un riferimento a un determinato tipo di persona, una persona che è l'opposto di me, che non è libera, che è chiusa in determinati concetti. Poi ci sono dei riferimenti personali”, spiega.

“Citi anche tua madre ad un certo punto, vuoi parlarci dell'influenza che ha avuto su di te?” aggiungo e Rosa continua: ”Lei è sempre citata in maniera positiva perché è l'unica donna della mia vita. Oltre all'arte, c'è mia mamma. La mia vita prima era molto diversa, non vengo da una situazione agiata. Non ho un padre, mia mamma fa l'estetista, vivevamo in una casa piccola, in affitto, fuori città. Nel mio paesino c'era la droga o le mucche, situazioni in cui o finisci a fare il contadino o a drogarti sotto un ponte. Mia mamma, non so come, un giorno, se n'è uscita con la fisica quantistica, ha iniziato ad informarsi. Non so se hai presenta lo stereotipo delle parrucchiere o estetiste, non si parla di donne di cultura, lei invece un giorno se ne esce con la legge dell'attrazione” ride.

Ascolta qui "Paradiso":

“La mia vita era fatta di odio, di solitudine” racconta ancora Rosa, “non avevo amici ed ero una persona molto introspettiva. Mi chiudevo in casa e disegnavo: arte contemporanea, graffiti. Grazie a mia mamma la mia vita è cambiata, ho iniziato a vedere le cose come stavano e non come volevo vederle io, non so cosa è successo, so che grazie a lei ho capito che avendo un determinato approccio potevo fare tutto. Proprio legge dell'attrazione: torna indietro quello che dai, se trasmetti odio ricevi odio se lo fai con l'amore invece... assurdo eh” sorride. “Secondo me è stato proprio un segnale, poi io credo negli alieni, nelle cose ultraterrene. Da lì ho cambiato vita, prima mi drogavo, ho iniziato presto, tipo 13 anni, ho mollato la scuola prestissimo, poi a 18 anni ho detto basta a questa vita e ho cominciato a focalizzarmi sull'arte”.

Rosa è un artista a 360 gradi, gli ho chiesto quali altre passioni ha portato avanti oltre alla trap, “Io ho messo il focus sulla musica perché adesso prevalentemente faccio solo questo. Ogni tanto però mi diletto ancora sulle grafiche, e i video li scrivo quasi tutti io”. “per quanto riguarda la moda invece?” chiedo, “adesso è ancora molto agli albori” risponde Rosa, “però ci punto tanto. La prima cosa figa è successa due anni fa, la mia ha ex mi ha detto che c'era un casting segreto di Gucci e mi ha chiesto di accompagnarla, io non avevo voglia, però alla fine mi ha convinto. Siamo andati a questo casting dove stava selezionando Walter Pierce tra l'altro. Mi vede e mi chiede se avevo mai fatto moda, io rispondo di no e lui mi prende le misure. Due giorni dopo mi chiama e mi dice che mi hanno scelto come protagonista per la campagna di Gucci”.

Chiedo: “Come vedi il mondo della moda?” “Il mio sogno è diventare il volto di Margiela, quindi lo vedo come punto da tenere sempre in parallelo alla musica” racconta Rosa, “ ho vissuto a Londra per 6 mesi mentre lavoravo al mio primo EP: “OKAY OKAY”, mi sono tolto il cibo dal piatto per iniziare a fare musica... e per comprarmi un paio di Margiela” ride. “Credo che la moda sia un'arte, c'è brand e brand ovviamente. C'è arte nei particolari dei vestiti, nei colori, negli abbinamenti”.

Tornando al discorso di “Forever” gli chiedo se c'è qualcosa che lo spaventa nell'aver fatto uscire il primo disco. “Quello che mi chiedo è: la gente è pronta a beccarsi tutti questi generi musicali, tutte queste parole nuove in un solo disco? Di solito se un'artista è trap il disco è solo trap, se un'artista è indie l'album è solo indie. Questo è un lavoro proprio nuovo, è questa la cosa che mi spaventa un po', per il resto Spero che questo album stia alzando un pochino l'asticella della fantasia delle persone. Perché manca il prendere la musica come arte, purtroppo spesso è considerata soprattutto marketing”.

Come ultima domanda chiedo: “Quanti aspetti di Rosa Chemical esistono ancora che vorrai mostrarci in futuro?”. Rosa sorride, “Un'infinità” afferma. “altri aspetti infiniti, “forever” appunto” ride. Di solito il secondo disco è il più difficile nella carriera di un artista ma Rosa mi conferma che sta continuando a scrivere e mi fa capire che ha ancora tante cose da dire e nuovi generi da sperimentare. Aspettiamo con curiosità un suo nuovo, eccentrico lavoro e intanto ci godiamo “Forever”, da assaporare dall'inizio alla fine.

Ascolta qui "Forever":

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Autore:
Maddalena Ansaloni

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