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Abbiamo tradotto l'epica intervista di GQ a Dr. Dre e Iovine

Jimmy Iovine e Dr. Dre hanno un nuovo obiettivo.

Articolo di
Moneyball Culture
on
08
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06
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2020

Arrivare al momento giusto con ciò di cui c'è bisogno: questa è stata la chiave del successo di Beats Elettronics e Beats by Dr. Dr, dalle origini alla successiva vendita ad Apple. In questa intervista con GQ, Jimmy Iovine e Dr. Dre hanno raccontato del loro obiettivo attuale: “Trovare il prossimo Steve Jobs”.

I due imprenditori affermano di voler cambiare il mondo dell'istruzione, iniziando dalla loro stessa Academy in cui gli studenti selezionati potranno ricevere una laurea davvero unica in arte, tecnologia e innovazione.

I ragazzi di Moneyball Culture hanno tradotto interamente l'intervista. Per leggere l'intervista originale vai qui, oppure guarda la versione video qui sotto.

Di seguito la versione tradotta dai ragazzi di Moneyball Culture.

L'intervista

Ci vuole un po’ per trovare la villa del magnate della musica Jimmy Iovine. Giri a destra su Sunset Boulevard, superi l’Armand Hammer Golf Course e presto ti trovi a fissare la vecchia casa di Hugh Hefner, la Playboy Mansion – o, meglio, quel che ne resta.
La casa di Jimmy, più o meno di fronte al vecchio covo di Hef, è stata progettata da Wallace Neff, l’architetto che ha sviluppato quello che è diventato famoso come lo “stile Californiano”. È un labirinto ampio e a molti livelli, con pareti luminose e imbiancate, una dependance dallo stile di John Pawson, un cinema in casa dalle dimensioni del tuo Everyman locale ed un campo da Football nel giardino sul retro; la casa e i giardini sono influenzati dagli edifici spagnoli e mediterranei della metà del 20° secolo.

“Ho vissuto qua per tre decadi”, confessa Iovine mentre ci dà il benvenuto, con un catetere con una soluzione salina e vitamina C appeso al suo braccio sinistro, in un tentativo di scacciare un’invadente sinusite. “Non riesco ancora ad accettarlo completamente, ad esser onesto…”
Iovine, come si può immaginare, non è un uomo che facilmente da impressionare. L’avevo già incontrato un anno fa all’hotel Connaught di Londra, dove lui e sua moglie, Liberty Ross, erano soliti soggiornare. “Sta facendo ristrutturare una grossa casa in campagna”, ci ha spiegato bevendo un Earl Grey e mangiando un finger sandwich con salmone affumicato e chipotle. “A me va bene così, in quanto da quest’hotel si può raggiungere a piedi Annabel. Sono là tutte le notti per un’ora o giù di lì”.

Non è come qualsiasi altro magnate pieno di sé che si chiude dietro un muro di lacché col capo chino o dietro un convoglio di vetri oscurati di una G-Wagen, Iovine è stato che cordiale e felice di parlare di come è entrato nel business da ingegnere del suono con John Lennon nei primi anni Settanta; della produzione che ha fatto in “Born To Run” con Bruce Springsteen;  del lavorare con icone come Tom Petty e Patti Smith; del diventare fondatore dell’Interscope Records; di come ha firmato con Tupac Shakur all’alba dei successi commerciali del “Gansta Rap”; delle sue avventure con Suge Knight, Biggie e Death Row Records; del suo successo globale con Eminem, 50 Cent e, ovviamente, della sua partnership in affari con Dr Dre e la formazione di Beat Electronics e Beats By Dre, le loro cuffie e la compagnia di streaming musicale che è stata venduta ad Apple per un’incredibile somma di $3 miliardi.


Nonostante il mucchio di soldi, i traguardi culturali raggiunti ed il duro lavoro già effettuato, c’era qualcosa che si stava muovendo sotto la pelle di Iovine, la prima volta che ci siamo incontrati. Qualcosa che forse non era ancora stato trattato in “The Defiant Ones”, la stupenda serie in quattro parti uscita nel 2017 sulle vite di Iovine e Dre e sulle loro carriere che si sono incastrate, una produzione cinematografica che non solo ha intrattenuto, ma ha anche insegnato alle nuove generazioni l’ascesa della coppia ed il loro impatto sulla musica, sulla tecnologia e sulla cultura. Ho avuto la netta sensazione che Iovine sentiva – e sente – che ha ancora del lavoro da fare. L’ho percepito a Londra e posso percepirlo ancora oggi mentre facciamo un giro nel suo appartamento, tra  opere d’arte di Jasper Johns, Jean-Michel Basquiat e Andy Warhol che spuntano di qua e di là mentre camminiamo e parliamo.


Dr Dre – il cui vero nome è Andre Young – è da qualche altra parte in casa; è qui per parlare, un colpaccio considerato che Dre non fa più interviste (voglio dire, perché dovrebbe? È Dr Dre). Io e Iovine ci siamo infilati in una delle stanze di sopra dove il produttore, icona del rap e dell’hip-hop – e fresco del suo lavoro con Kanye West – si sta preparando. Dre si alza, fa un gran sorriso e fa qualcosa di assolutamente non necessario: si presenta. Mentre lo lasciamo lì a darsi un’aggiustata, Iovine fa battute su tutti, ma su uno in particolare: “Perché Dre ha un camerino più grande del mio? È la mia fottuta casa!”.
Riscendiamo le scale per trovare un posto dove poter parlare. Io e Iovine ci mettiamo in quello che posso solamente descrivere come una specie di ufficio: “Suppongo questa sia una tana” spiega il magnate. “Penso molto qua. Faccio alcune telefonate. Ero proprio qui a suonare la chitarra l’altra sera…”

Mentre il resto della casa è di color avorio e biscotto con qualche antico mobile, la stanza scelta ha le pareti del colore del carbone. Al centro c’è una grande scultura di Damien Hirst – l’orso “Baloo” sulla sua schiena/dietro di lui, che fa acrobazie con “Mowgli” del Libro della Giungla, entrambi ricoperti di pezzi di corallo luminescente – di una serie chiamata “Treasures From The Wreck Of The Unbelievable”, mentre sul muro lontano c’è un’enorme immagine dell’iride di un occhio (l’occhio di Iovine, come si è poi scoperto). Sono i dettagli quelli su cui ti vuoi concentrare, come quelli dove troverai le prove dei successi inestimabili della carriera e vita di Iovine.
Sulla finestra c’è un iPod nero e rosso degli U2 originale del 2004, anno in cui Iovine era ancora il Presidente del C.d.A. della Interscope Geffen A&M Records della UMG [Universal Music Group].

Si trova sotto un plexiglass lucidato e firmato dalla band, da Iovine e da Steve Jobs.
Sulla libreria lontana c’è solamente l’audiocassetta nera Maxell C46 con scarabocchiato a penna rossa sul lato “A” della cassetta “Because The Nigth”. Come mi spiegha Iovine, “Questa è la demo originale che Burce [Springsteen] ha dato a Patti [Smith] nel settembre 1977. Stavo lavorando con entrambi. Bruce aveva registrato la traccia, ma non era soddisfatto. Era “solo un’altra canzone d’amore”, come disse. Una canzone incredibile, ovviamente. Gli ho detto che pensavo che Patti meritasse una hit e gli ho chiesto se potessi darla a lei. Mi ha risposto “Se ci riesce, può avere la canzone’. Patti aggiunse il suo testo e divenne il suo miglior singolo”.
Nel corridoio che porta dall’ufficio ad un altro dei molti soggiorni sontuosi, c’è forse il pezzo di carta incorniciato più importante che Iovine possieda: il brevetto originale del 2006 delle cuffie Beats By Dre e Iovine progettate e prodotte per Beats Electronics. Guardarlo è come scrutare la stele di Rosetta di Iovine: un Graal dopo il quale tutto sarebbe stato differente.

“Beats Electronics, le cuffie Beats e il servizio di streaming Beats Music hanno avuto successo per due ragioni,” ci spiega Iovine, mentre Dre ci raggiunge sedendosi su una poltrona di camoscio insieme a Iovine. “Lo straming stava arrivando, lo abbiamo intuito da Napster – sebbene l’industria musicale non fosse d’accordo e stava provando a bloccare il progetto, il genio era uscito dalla lampada. La pirateria su internet stava diventando un problema ed era solo una questione di tempo prima che sempre più gente preferisse ascoltare la musica su un servizio di streaming. L’altro problema era l’hardware: i prodotti con cui la gente ascolta la musica. Qui è dove è entra in scena Dr. Dre: era il conoscitore del suono – qualcuno che ha speso la sua intera carriera in uno studio, lavorando con musica e beats.”  
Una piattaforma streaming di qualità e delle cuffie dalle grandi performance: Iovine lo sapeva, anche allora, che questi erano due angoli ciechi della Apple. Sì, la Apple aveva messo “1.000 canzoni nella tua tasca” con l’iPod – e lo aveva fatto magnificamente – ma Iovine sapeva che la compagnia avrebbe avuto bisogno di più del potere d’acquisto a tutta velocità di iTunes; avrebbero avuto bisogno di un servizio di streaming, disponibile via abbonamento per connettere tutti i loro prodotti e clienti in un hub di contenuti continuamente migliorati dagli algoritmi.

“Siamo arrivati al momento giusto con ciò di cui c’era bisogno”, continua. “Questo è il motivo per cui la vendita [di Beats alla Apple] ha avuto senso. Ho detto altre volte prima che a mio avviso Beats apparteneva alla Apple, per il modo in cui Steve [Jobs] e Tim [Cook] erano capaci di far sposare tecnologia e cultura. Loro sapevano, come so io, che la roba veramente figa succede quando si intersecano le industrie che si stanno espandendo più velocemente. Questo è il motivo per cui anche l’istruzione deve cambiare.” L’istruzione? “Sì, l’istruzione. Questo è l’obiettivo.”
Ah, eccola quindi la fonte di questo tarlo. Chi avrebbe pensato che questo sarebbe stato il prossimo lancio sulla Luna di Jimmy Iovine e Dr Dre: rivoluzionare il modo in cui le istituzioni, americane prima, e internazionali poi, educano le generazioni future. “Penso che [io e Dre] siamo adesso in una posizione tale da poter pensare a chi sarà il prossimo Steve Jobs, il prossimo Bob Iger, il prossimo Dr Dre… È sempre stato qualcosa che ho avuto in mente” spiega Iovine, “ed è sconvolgente per me pensare che nessuno altro ci pensa come facciamo noi”.

“Guarda, ci siamo sempre chiesti cosa sarebbe successo. Ora lo sappiamo: le Content Company vengono comprate dalle BigTech. O sbaglio? E quando stavamo lavorando sulle Beats avevamo questo tipo di problema: non riuscivamo a trovare impiegati in grado di poter parlare entrambi i linguaggi: impiegati ferrati con la tecnologia e col business, ma anche creativi e appassionati della creazione di contenuti. Era un problema anche prima che lanciassimo Beats Music. Questo è il motivo per cui abbiamo iniziato pensarci, per via di una scarsità di alternative nel processo di recruiting per Beats. Ora non è più un’opzione – sta succedendo. Nel 2020, se vuoi concorrere coi migliori, devi parlare entrambi i linguaggi; devi sapere il “perché” futuro delle persone. Questo è quello che sta puntando a fare la nostra scuola: portare quei mondi insieme per creare la prossima generazione di leader.”


Il 2 ottobre 2019, Dre e Iovine hanno tagliato il nastro allo Iovine e Young Hall, una casa fissa per la loro scuola. Il programma è iniziato nel 2013, con i due businessman che hanno donato $70 milioni all’Università della California del Sud per creare la loro accademia, una scuola dove gli studenti potessero ottenere una laurea unica in arte, tecnologia e business dell’innovazione. “Mi sono incontrato con Jimmy”, spiega Erica Muhl, compositore esperto di musica classica contemporanea che è diventato il primo direttore esecutivo della Jimmy Iovine e Andre Young Academy, solo la ventesima scuola istituita ufficialmente nei 140 anni di storia della USC. “Fin dall’inizio era chiaro che ciò che voleva Jimmy era qualcosa che non era mai stato fatto: rivolgersi direttamente ai bisogni di pensatori ibridi, gente che capisce tutti i lati del modo in cui viene fatto il business oggi.”

Certamente, ho chiesto a Muhl, provare ad allevare una generazione di innovatori con molteplici abilità non è senza sfide. Solitamente, sia negli USA che nel Regno Unito, gli studenti, prima o poi, dovranno dirigersi verso un particolare set di caratteristiche – sia in diritto, nella produzione musicale, nella tecnologia o nel business. Queste sfide possono essere insegnate agli stessi studenti in un solo corso? “L’idea è quella di trovare industrie dove queste abilità si intersechino e vedere cosa si può imparare da loro. Prendi l’industria musicale, ad esempio, [la quale] sta passando attraverso la sua terza o quarta più grande rivoluzione in meno di dieci anni.”
Per Muhl, Iovine e Dre, si tratta essenzialmente di preparare gli studenti alla carriera: “Abbiamo un numero limitato di anni e classi con studenti che arrivano,” continua Muhl. “E la generazione che arriva oggi è la più impaziente di sempre, soprattutto per il fatto che il loro accesso all’informazione non è mai stato così disinibito. Per questo le aspettative sulla loro quotidianità sono cambiate.  Ma non è solo il fatto di andare a lavorare prima; è il voler avere un impatto una volta arrivati là. Hanno più potere nel palmo delle loro mani di quanto ne abbia mai avuto qualsiasi altra generazione nella storia – ed è il potere di influenzare, di capire e di fare bene. Noi qui siamo quello che ci piace definire “carriera-agnostici”. Per la prima volta nella storia gli studenti possono venire nella nostra scuola, definire o ridefinire i loro orizzonti e poi emanciparsi per seguire un percorso che potrebbe esser molto diverso da quello a cui avevano sempre pensato”.


Gli studenti della Jimmy Iovine e Andre Young Academy hanno già ricoperto ruoli con alcune delle compagnie tecnologiche più grandi, diventando produttori progettisti di Facebook, ingegneri dell’intelligenza artificiale per Apple, dirigenti del marketing e dello sviluppo di Google. “Abbiamo già avuto alcuni studenti che puntavano in alto con le loro innovazioni” continua Muhl. “Un gruppo straordinario che si è laureato l’anno scorso ha fondato una compagnia chiamata Wren e hanno sviluppato un’applicazione che permette all’individuo di calcolare la propria impronta carbonica in pochi minuti e farci qualcosa finanziando direttamente la ricerca sul carbonio. Hanno ottenuto il loro primo milione e mezzo nel primo fundraising. C’è anche un team di laureandi che sta sviluppando risonanze magnetiche simulate per pazienti pediatrici ed un’altra chiamata Infinity Box sul riciclo di materiali navali.”

Per Dre un’opportunità formativa di questo tipo, un tale trampolino, è qualcosa a cui non ha nemmeno mai sognato nella sua formazione. “Sono cresciuto attorno alla violenza. Da dove vengo io l’unico obiettivo era la sopravvivenza, capisci cosa intendo?” Dre ha iniziato frequentando la Vanguard Junior High School ma fu trasferito per comportamenti aggressivi e fu cresciuto principalmente dalla nonna nel progetto abitativo di New Wilmington Arms a Comtpon. Sebbene più tardi provò a iscriversi per un’apprendistato alla Northrop Aviation Company, i suoi bassi voti scolastici non gli permisero di entrare. Da quel momento in poi si concentrò sulla sua vita sociale e sulla musica, diventando “Dr J” in un club chiamato Eve After Dark nei primi anni Ottanta. Qui conobbe un aspirante rapper chiamato Antoine Carraby, che sarebbe poi diventato DJ Yella della NWA. “Sappiamo che uno di quei ragazzi che esce dalla nostra accademia ha il potenziale per fare qualcosa che cambierà il mondo” continua Dre.

Questa è la cosa più importante per me. Fornire un’istruzione e un avvio che io non ho mai potuto ricevere.


''Quindi cosa ne è di quei ragazzi provenienti da un contesto svantaggiato? L’accademia prende più o meno 25 studenti all’anno, dalle 400 domande che vengono fatte, e tutti dovrebbero presumibilmente pagare le tasse. Iovine, come sempre, ha una risposta: “Avvieremo un liceo,” annuncia, con la sua tipica nonchalance. “Lo avvieremo proprio fuori dall’USC. E sarà per quel quartiere. E sarà gratis. Lo stiamo facendo con Laurene Powell Jobs [la vedova di Steve Jobs] e XQ [fondo lanciato nel 2015 per cambiare le scuole statali in America] e l’USC. Vogliamo dare ai ragazzi sottovalutati un supporto materiale. Vogliamo lanciare sul mercato il nostro liceo, vogliamo renderlo accattivante per i ragazzi per far sì che rimangano a scuola e imparino. La maggior parte di loro non vuole frequentarla”. Dre è ancora più duro: “La maggior parte la odia”.


Qual è stata l’esperienza di Dre al liceo? “Ad esser sincero, era uno schifo. Non mi è mai piaciuta la scuola. Fortunatamente per me sono stato capace di costruirmi una strada ed una carriera anche senza la scuola, ma non è possibile per tutti. [Ora] capisco le possibilità che riesce a creare. Tornando alla mia vecchia scuola, sicuramente c’erano la matematica e tutte quelle cose da leggere, ma non c’era qualcosa che mi coinvolgesse al 100%. Io sono un artista. Questa cosa che stiamo costruendo è tutto ciò di cui ho sempre avuto bisogno.”

“Ho odiato ogni secondo della scuola,” annuisce Iovine, sorridendo al suo partner in affari. “Non c’è stato un secondo in cui io mi sia divertito. I ragazzi oggi non lo tollererebbero, non quelli intelligenti. Tutto ciò che fanno durante il giorno è guardare Instagram e questo e quello, mentre i millenial leggono in continuazione di come Mark Zuckerberg abbia lasciato la scuola e sia poi diventato triliardario. Quello che voglio i ragazzi oggi è un’opportunità di entrare nel ring – questo è quello che vogliono. Quindi il modo migliore per incoraggiare questi ragazzi impazienti è dar loro gli strumenti del nuovo mondo in cui viviamo: dar loro un’istruzione, combinando le arti liberali con la tecnologia. Ciò che io e Dre possiamo fare per il loro curriculum è contaminarlo con la parola: dedizione. Questo è quello che noi come individui possiamo offrire, quell’atteggiamento del “non arrenderti”. Non ho mai detto di esser più intelligente di qualcun altro; avevo solo più voglia di fare. Potevo sopportare più dolore di qualsiasi altro”.

“Mi ricordo di aver sempre avuto voglia di fare,” conferma Dre quando gli chiedo se anche lui aveva quella stessa ferocia nel crescere. “Avrei fatto con impegno anche tagliare l’erba, solo per potermi poi comprare un paio di scarpe. Vengo da un posto in cui devi andarti a prendere quello che è tuo. Non sarebbe mai arrivato da te; dovevi uscire e lottare per prendertelo”. Quindi chi vi ha insegnato come battervi per raggiungere la vetta? Un mentore? Un insegnate che vi ricordate? Un altro artista? “Sì, sto sedendo accanto a lui”, dice Dre, ridendo mentre indica Iovine. “Non mi è mai piaciuto il lato business della musica, sapevo solo di dovermene curare. Prima, dovevo capire da solo. Insegnare a me stesso come creare, come esser un DJ, un producer, e così via.”

E Iovine? Ha avuto bravi insegnanti? “Sono stato molto fortunato nel mio cammino,” ci spiega. “Sono uscito da Brooklyn, con assolutamente nessuna abilità. Ho ottenuto un lavoro, ho incontrato una donna di nome Ellie Greenwich, che mi ha pescato da un lavoro in un negozio d’abiti e mi ha procurato un’esibizione di fronte persone del settore. Poi sono entrato in quegli studi di registrazione e ho trovato i miei mentori, gente che mi ha insegnato tutto, da come dormire per terra a come lavorare con una console. Un ragazzo di nome Roy Cicala agli studi Record Plant, mentre lavorava con John Lennon, mi insegnò comme effettuare una registrazione. Letteralmente passo dopo passe, tutto con Lennon dall’altra parte del microfono. Generosità incredibile. E l’altro ragazzo è David Geffen. È stato una costante per me; lo sento spesso per sapere come sta. Ha trasformato gli affari in una forma d’arte. Ottimo gusto, istinto da omicida. Infatti, lo vedrò questa settimana. Lo raggiungerò dove si trova per farci una chiacchierata”.

Il tempo è quasi finito; il sole di Los Angeles sta appena scendendo sugli alberi oscillanti, che si raggruppano come una guardia del corpo alle spalle del cortile di Iovine. Dopo la nostra conversazione, noi tutti scuotiamo le spalle e continuiamo a entrare e uscire nei discorsi mentre ritorniamo a casa. Dre ha la famiglia che lo aspetta e deve scattare, mentre Iovine ha un appuntamento alle 4 del pomeriggio che lo aspetta nel soggiorno, sebbene, a dir il vero, i suoi ospiti sono più che concentrati con le notizie TV sulla morte della stella del basket Kobe Bryant avvenuta ieri. “Che tragedia terribile,” dice Iovine, scuotendo la testa. “Terribile. E [Bryant] stava probabilmente correndo poiché sapeva che c’erano ragazzi che lo stavano aspettando nella sua organizzazione, la Mamba Academy. Non voleva deluderli.” Questo fatto ti fa pensare al fatto di rallentare un po’ il ritmo, di fare una pausa da questa frenesia? “Rallentare?” Iovine esce, ridendo leggermente fra sé e sé. Dopo alcuni passi si gira, mi guarda con le braccia distese e i palmi rivolti verso l’immenso cielo reale blu della California. “Cosa intendi per rallentare? Te l’ho detto: sono ufficialmente in pensione!” E con ciò Jimmy Iovine rientra nella sua casa, alla sua vita straordinaria ed al suo lavoro.

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